ARTICOLO DEL 30 gennaio 2015 alle ore 13.05
“Abbiamo atteso oltre ventidue mesi per aver ragione del saldo delle indennità di mobilità in deroga relative il 2013. Ci sono stati pagati solo nell’ottobre 2014. All’ atto del pagamento ci hanno applicato in maniera arbitraria la tassazione Irpef al 23%. A oggi, 30 Gennaio 2015 l’Inps sta pagando con forti ritardi due mensilità – Gennaio – Febbraio 2014 – in palese violazione degli accordi presi nel mese di Dicembre 2014. Oltre a questo hanno nuovamente posto in esser in violazione del principio di cassa allargato secondo cui a tutto quanto percepito entro il 12 Gennaio dell’anno successivo a quello di competenza va applicata la tassazione ordinaria, non quella separata, come disposto dal TUIR – Testo Unico Imposte sui redditi>>. Esprimo forte dissenso i rappresentanti regionali del CLAS – Comitato lavoratori attivi Sardegna – nato proprio nel corso del 2013 con il fine di vederci chiaro sui reali motivi dei forti ritardi nell’erogazione delle indennità di mobilità in deroga, dapprima a circa 12600 lavoratori aventi diritto, oggi diventati oltre sedici mila. Dello stesso parere anche i segretari regionali di CGIL – CISL –UIL i quali in una nota stampa congiunta fanno sapere – Una situazione drammatica che rischia, da un momento all’altro, di esplodere. Non è ammissibile – continuano i rappresentanti del CLAS – proseguire in questo modo nell’indifferenza totale da parte di un Governo Nazionale che s’impegna a tagliare le risorse da trasferire alle regioni e nello stesso tempo non trasferisce nemmeno quelle disponibili, quando lo fa, opera con il contagocce. E’ inaccettabile che si sia dato avvio ad un percorso di riforma degli ammortizzatori sociali, decreto interministeriale Padoan – Poletti del 1 Agosto 2014 in maniera cosi irresponsabile tanto da peggiorare la già drammatica situazione che vede già coinvolti i primi 4 mila lavoratori fuoriusciti dal bacino dal 1 Settembre 2014 a cui vanno ad aggiungersi i 3500 che fuoriescono dal 1 Gennaio 2015. Uomini e donne, non considerati più forza lavoro, che si trovano ora senza alcuna forma di sostegno al reddito e senza nessuno spiraglio di occupazione. In tutta questa vergognosa situazione imperversa anche l’incertezza sulla disponibilità e tempi di erogazione delle somme a livello nazionale. Si parla di una cifra intorno ai 2 miliardi di euro che potrebbero essere messi a disposizione dal governo a livello nazionale, ma ancora non c’è nulla di ufficiale. Ma, come tornano a sottolineare i portavoce regionali del CLAS – “torniamo a chiedere rapidi e incisivi interventi da parte dell’ Assessorato al lavoro presso l’agenzia delle entrate e il ministero dell’economia per quanto riguarda l’arbitraria applicazione della tassazione al 23% sul saldo del 2013 e sulle due mensilità in pagamento relative al 2014. Siamo certi di quel che affermiamo, lo abbiamo più volte ribadito alla stessa Assessore Mura nei precedenti incontri avvenuti. In questo senso abbiamo preparato un interrogazione parlamentare di cui si è fatto carico il Deputato di Sel Michele Piras, un impegno a verivficare quanto sta avvenendo in Sardegna lo aveva assunto il 6 Dicembre scorso anche il Senatore Riccardo Nencini, a Cagliari in veste ufficiale. Dello stesso parere anche il deputato Giovanni Paglia componente della IVI Commissione Finanza della Camera il quale il 27 Gennaio ha posto un interrogazione a risposta scritta destinatario il Ministero dell’ Economia – http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_17/showXhtml.Asp?idAtto=31055&stile=7&highLight=1&paroleContenute=%27INTERROGAZIONE+A+RISPOSTA+IMMEDIATA+IN+COMMISSIONE%27 – “risulta all’interrogante che ad un contribuente percettore di indennità di mobilità in deroga sia stato applicato automaticamente dall’INPS, in qualità di sostituto d’imposta, il regime di tassazione separata (essendo le stesse indennità assimilabili al lavoro dipendente), con relativa aliquota al 23 per cento, su somme erogategli nel mese di gennaio 2014 a titolo di saldo dell’anno 2013, e, analogamente, su somme erogategli nel mese di gennaio 2015 quali competenze dei mesi di gennaio e febbraio 2014; A parere dell’interrogante, anche nel suddetto caso il ritardo nella corresponsione dell’indennità di mobilità assume quel carattere fisiologico che, come espressamente sancito nella suddetta circolare del 5 febbraio 1997, n. 23, costituisce circostanza che esclude l’applicazione del regime della tassazione separata, e pertanto, sempre a parere dell’interrogante, l’applicazione della tassazione separata da parte dell’INPS, per ben due volte, costituisce un atto arbitrario. Secondo quanto fin qui premesso, non si ravviserebbe alcun fondato motivo che giustifichi l’applicazione da parte dell’INPS del regime di tassazione separata, dovendo piuttosto considerarsi più coerente l’applicazione del principio secondo il quale l’indennità di mobilità sia attratta dal reddito annuale e calcolata come se fosse realmente percepita entro l’anno di competenza –: se non ritenga di dover intervenire dettando all’INPS precise istruzioni relative al regime di tassazione di emolumenti, di qualsiasi entità, corrisposti in anno d’imposta differente a quello a cui si riferiscono, diffidando lo stesso istituto dall’applicare arbitrariamente regimi che finiscono col danneggiare il contribuente, ed a vigilare affinché le stesse istruzioni siano puntualmente osservate.”. Chiara la risposta prontamente arrivata il 28 Gennaio, che converge sulla stessa linea – “Con risoluzione n. 90/E del 2002 è stata ritenuta una causa non dipendente dalla volontà delle parti, che giustifica l’applicazione del regime di tassazione separata, qualora il pagamento avvenga dopo il 12 gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento, anche l’insufficienza degli stanziamenti. È stata, invece, confermata la tassazione ordinaria quando la corresponsione degli emolumenti in un periodo d’imposta successivo deve considerarsi «fisiologica» rispetto ai tempi tecnici occorrenti per l’erogazione degli emolumenti stessi. In relazione alle cause fisiologiche che giustificano la corresponsione di somme in un periodo d’imposta successivo, la risoluzione n. 379/E del 2002 hanno chiarito che gli emolumenti correlati al raggiungimento di obiettivi predeterminati e corrisposti nell’anno successivo a quello in cui gli obiettivi sono raggiunti, sono soggetti a tassazione ordinaria, poiché il ritardo è correlato alla stessa natura degli emolumenti. Con risoluzione n. 377/E del 2008, l’Agenzia delle entrate ha, altresì, precisato che il ritardo deve ritenersi fisiologico – escludendosi il regime di tassazione separata – nel caso in cui l’erogazione nel periodo d’imposta successivo sia dovuto alla complessità dell’iter burocratico di pagamento, se i tempi di erogazione sono conformi a quelli ordinariamente connessi ad analoghe procedure utilizzate dagli altri sostituti d’imposta rientranti nella prassi comune.”. In conclusione questi lavoratori sono, oltre che privati del diritto al lavoro che nessun fantomatico Jobs Act potranno restituire loro, sono anche vittima di un “furto” autorizzato in palese violazione degli stessi dettati del TUIR. In questo senso è obbligatorio l’intervento delle istituzioni regionali ai fini di porre in esser tutte quelle iniziative atte ad una celere risoluzione – “Noi – continuano i delegati del CLAS – in questi giorni abbiamo studiato – sulla base della legge sulla trasparenza amministrativa – una lettera interpello ordinario all’ agenzia delle entrate direzione regionale. Gli iscritti al nostro comitato, man mano che ricevono i pagamenti, stanno inviando una lettera con richiesta di risposta scritta in merito all’arbitraria applicazione della tassazione separata. Nei prossimi giorni attendiamo la convocazione per esser sentiti in audizione dalla Commissione Lavoro in consiglio regionale. Riteniamo che i segnali di collaborazione e dialogo da parte nostra ci siano stati anche in più di un’ occasione, ora la soluzione dipende tutta dalla reale dalla volontà politica”. Insomma senza se né ma, senza parti politiche, che sono soggettive, minoranze e/o opposizioni, da questa vicenda assurda si deve venire a capo, lo si deve a ventisei mila lavoratori che certamente hanno diritto di avere risposte serie.